Qualcuna. D’altro.

Qualcuna. D’altro.

2020

Penna, matita, collage e bitume su carta

110 x 40 cm

Il corpo in mutazione e in aggregazione presentato in Abbecedario, in questo secondo lavoro muta vesti e diviene un corpo sfinge, un corpo colto in una stasi sospesa, galleggiante in un muto immobilismo, dove la pulizia del gesto e l’essenzialità della tecnica riflettono la volontà di mostrare un’immagine collassata e spoglia, denudata di ogni gesto aggiuntivo. L’immagine è da sempre veicolo di modelli temporali differenti. Nell’immagine non può esservi un ritmico scandire del tempo, solo un’azzardata simulazione o piuttosto, come afferrò Lacan, un tempo altro, con altro ordine e altro materiale: un tempo con-fuso, fuso, che si con-penetra con il tempo del ricordo e il tempo dell’immaginifico. Il lavoro si presenta in una successione di fogli e la scaletta dell’immagine scandita in gruppi da tre si sussegue a mo’ di catena: una catena di corpi concatenati che si con-penetrano e si fondono, fino ad essere un tutt’uno. O un tutt’al più. In un tempo della mancanza e del desiderio.

*L’acquisto delle opere pittoriche, dei disegni e delle sculture include un certificato di autenticità

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